Tutto Quello che Non Avete Mai Osato Chiedere sulle Tradizioni del Natale!

Federica Di Bartolomeo Federica Di Bartolomeo
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L'albero, gli spessi temuti regali da fare, gli addobbi in rosso, le candele… ogni anno, volenti o nolenti, ci ritroviamo a fare i conti con l'odi et amo verso queste tradizioni proprie del periodo di Natale, ma ce ne siamo mai chiesti il vero significato, o meglio l'origine?

Le origini

Nell'antica Roma all'inizio, furono i Saturnalia. Intorno al 17 dicembre iniziavano le celebrazioni di una festa molto simile al nostro Carnevale, in cui spesso i ruoli sociali venivano sovvertiti, tanto che poteva capitare di vedere i patrizi servire i loro schiavi a banchetto. L'intento era quello di ricordare la tanto sospirata età dell'oro, un'epoca felice in cui tutti erano uguali e non si conoscevano le brutture del mondo a cui tutti siamo ormai abituati.

C'era poi il solstizio d'Inverno, che cadeva proprio il 25 Dicembre: si festeggiava il ritorno di giornate finalmente più lunghe, il ritorno del sole insomma, che con la benedizione di Saturno, avrebbe dato buon esito alla semina appena terminata.

Tutte queste credenze, insieme a molte altre del mondo nordico, assorbite e assimilate dalla cultura cristiana, hanno contribuito a creare tutte le particolarità del periodo delle festività che tutti conosciamo. Come vedremo quindi, ogni singolo gesto del Natale ha le sue motivazioni profonde, radicate: qualcosa che arriva davvero da molto lontano.

I regali

Scambiarsi regali a Natale è diventato una consuetudine globalizzata, persino in Giappone, dove lo scintoismo ha davvero poco a che fare con questa festa, non possono farne a meno ormai. In particolare, il 25 Dicembre ha ormai assunto i connotati di un San Valentino anticipato, tanto che viene visto come un giorno perfetto per scambiarsi regali con l'amato/a e magari, fare una bella cena romantica conclusa dalla Christmas cake o Kurisumasu cake, un dolce di pan di spagna decorato con motivi natalizi.

Lo scambio dei doni era comunque un'altra consuetudine seguita durante i Saturnalia: a Roma in questo periodo era comune scambiarsi oggetti per la casa, cibi, spezie

e candele, simbolo appunto del sole che stava per tornare dal torpore invernale. La religione cristiana ha ancora una volta assorbito questa antica tradizione, volgendola come simbolo della luce divina che viene ad illuminare il mondo con la nascita del Bambino.

Da sempre a riguardo, c'è chi paventa le conseguenze consumistiche di un fenomeno commerciale, ormai svuotato del suo significato. Forse è vero, o forse, dipende. 

Se sappiamo rendere il regalo che facciamo un autentico gesto di amore verso chi lo riceve – non qualcosa che va fatto solo semplicemente perché è sempre stato così – il significato c'è, eccome. L'importante è essere davvero attenti ai gusti e alla personalità di chi riceve, e sopratutto non focalizzarci soltanto sulla materialità del dono in sé, quanto sul perché vogliamo fare un regalo proprio a quella persona.

Il rosso

L'altra costante del Natale è poi il colore rosso, dai fiori – le stelle di Natale appunto – ai tessuti per la tavola e gli addobbi. Il perché è molto semplice: come ci insegna l'antropologia, il rosso è un colore archetipicamente associato alla fertilità, nelle più disparate società e culture. Ecco perché fino a poco tempo fa le spose cinesi – proprio come quelle dell'antica Roma – si vestivano di questo colore il giorno del loro matrimonio ed ecco perché fin dalla preistoria, questo colore ha identificato la vita stessa e il concetto di rinascita.

L' albero di Natale

Che l'albero di Natale sia una tradizione dalle origini pagane lo sanno più o meno tutti, tanto che è stato più volte oggetto di accesi dibattiti. Presso i popoli nordici – ma non solo, come ci testimoniano antiche usanze palestinesi – l'albero era un elemento naturale mistico, dotato della sua spiritualità e oggetto di reale venerazione religiosa.

Ci sono molte voci discordanti riguardo all'inizio effettivo dell'utilizzo di alberi sempreverdi decorati per le festività natalizie. Alcuni lo rivendicano in Estonia, quando nel 1441 a Tallinn, venne eretto davanti al municipio, centro intorno a cui giravano le danze di uomini e donne in cerca dell'anima gemella.

Sappiamo anche che circa 100 anni dopo a Brema, in Germania, era comune decorare gli abeti con datteri, noci e altra frutta secca come lo fu qualche tempo prima a Riga in Lettonia, altra città che si proclama ideatrice dell'albero di Natale.

Già nel Medioevo però l'albero faceva comparsa addobbato di frutta sul palco degli Adam und Eva Spiele, rappresentazioni inscenate proprio nel periodo di Natale e volte a rammentare il mistero del perdono.

Oggi, probabilmente poco consapevoli di tutta la storia che nasconde, in pochi riescono a resistere al fascino di un bell'albero di Natale in casa, oversize o in versione mini, di plastica, legno, stoffa o cartone riciclato. Una festa per gli occhi che raramente riguarda solo i bambini, e che probabilmente continueremo a tramandare a lungo, per celebrare ancora una volta l'amore, la vita.

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